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Una giungla di sigle: da ESG a CBAM

Parliamo spesso di sostenibilità, ma molte volte ci rendiamo conto di dare "per scontato" innumerevoli concetti e soprattutto sigle. Sigle che, per gli addetti ai lavori sono semplici, brevi, insomma una manna dal cielo! Ma non altrettanto per i Clienti.

Ecco che, armandovi di un poco di pazienza, al termine di questo breve articolo sarete in grado di muovervi a vostro agio tra il marasma di sigle di sostenibilità; o almeno spero, se non fosse chiaro scrivetelo nei commenti!





1. ESG - Environnement, Social and Governance

Si tratta di un sinonimo di Sostenibilità, che ne rappresenta le tre gambe: Ambiente, Sociale e Governo.

 

2. SDGs - Sustainable Development Goals

In Italiano OSS (Obiettivi di Sviluppo Sostenibile) sono gli obiettivi per il 2030 concordati dagli Stati membri delle Nazioni Unite nell’ambito dell’Agenda Globale per lo Sviluppo Sostenibile, approvata a settembre 2015. Gli obiettivi sono 17 e sono articolati in 169 target. Lo scopo è affrontare le sfide poste dal cambiamento climatico e ridurre qualunque forma di povertà o disuguaglianza, garantendo la sostenibilità economica, ambientale e sociale delle comunità umane nel lungo periodo. Gli SDGs sono ufficialmente entrati in vigore il 1° gennaio 2016 e, sebbene non siano legalmente vincolanti, rappresentano una fonte di ispirazione per i programmi e le politiche pubbliche di tutti i Paesi, a prescindere dal livello di sviluppo.

Per approfondire:

 

3. GRI - Global Reporting Initiative

Si tratta di un ente internazionale senza scopo di lucro, il cui obiettivo è la definizione degli standard di rendicontazione del Bilancio di Sostenibilità. Il GRI ha fondato nel 1997 i GRI Standard, ad oggi il principale framework (insieme di regole) con cui redigere il Bilancio di Sostenibilità (o Report di Sostenibilità). L'ultima versione di GRI Standard è stata pubblicata nel 2021. Con GRI si intende sia l'ente, sia lo standard.

Per approfondire:

 

4. DNF - Dichiarazione Non Finanziaria

E' un particolare Bilancio di Sostenibilità redatto dal 2014 al 2022 secondo la direttiva europea NFRD. La DNF dal 2022 cambia nome in Reporting di Sostenibilità, come indicato dalla CSRD.

 

5. NFRD - Non Financial Reporting Directive

E' la direttiva europea del 2014, valida sino al 2022, recepita in Italia dal D.Lgs 254/2016. La NFRD prevede che a partire dal 2017 la DNF (Dichiarazione Non Finanziaria), ovvero di un particolare Bilancio di Sostenibilità, sarà obbligatoria per le società quotate con un numero di dipendenti superiore a 500 e o con Attivo dello Stato Patrimoniale superiore a 20.000.000€, o con Ricavi Netti annuali superiori a 40.000.000€. La NFRD copre circa 11.700 società in tutta l'Unione Europea, e circa 200 società in Italia.


Per approfondimenti:

 

6. CSRD - Corporate Sustainability Reporting Directive

E' la direttiva europea sulla Gazzetta Ufficiale dell'Unione Europea il 16 dicembre 2022 e deve essere recepita nelle legislazioni nazionali degli Stati membri dell'UE entro 18 mesi. La CSRD sostituisce la NFRD e amplia sensibilmente il bacino di imprese obbligate a redigere il Reporting di Sostenibilità (quello che la NFRD chiamava DNF). La CSRD obbligherà le imprese a redigere il Reporting di Sostenibilità. Le imprese dovranno integrare queste informazioni nel loro report annuale, equiparando così i dati di sostenibilità alle informazioni finanziarie del Bilancio d'Esercizio. Si prevede che la CSRD copra circa 50.000 società in tutta l'Unione Europea, e circa 6.000 società in Italia. Ecco il cronoprogramma delle aziende che rientrano nella CSRD (dunque obbligate a redigere il Bilancio di Sostenibilità):

  • dal 2025 il Reporting di Sostenibilità sarà obbligatorio per tutte le imprese che abbiano superato due dei tre seguenti criteri: 250 dipendenti, 20.000.000€ di attivo dello Stato Patrimoniale, 40.000.000€ di Ricavi Netti annuali.

  • dal 2026 il Reporting di Sostenibilità sarà obbligatorio per tutte le PMI quotate (con 11-250 dipendenti).

  • dal 2028 il Reporting di Sostenibilità sarà obbligatorio per le imprese con sede legale al di fuori dell'UE con fatturato superiore a 150.000.000€ nell'UE e con almeno un'affiliata o una succursale al suo interno.


Per la redazione del Reporting di Sostenibilità può essere utilizzato lo standard ESRS, i GRI Standard (o altri) purché "in accordance with ESRS".


Per approfondimenti:

 

7. ESRS - European, Sustainability Reporting Standards

Sono lo standard per la rendicontazione del Reporting di Sostenibilità, secondo la CSRD. Ad oggi gli ESRS sono in fase di pubblicazione: entro il 30 giugno 2024 devono essere pubblicati interamente.

Per approfondire:

 

8. EFRAG - European Financial Reporting Advisory Group

L’EFRAG è un’organizzazione indipendente con sede a Bruxelles, istituita a Bruxelles nel 2001 con l’obiettivo di fornire consigli tecnici sull’adozione e l’applicazione dei principi contabili internazionali nell’Unione Europea. Pur occupandosi quindi di rendicontazione finanziaria, dal 2022 ha esteso la sua missione grazie alla direttiva CSRD, che le ha assegnato il compito di creare gli standard di riferimento per la redazione del Reporting di Sostenibilità in UE.

Per approfondire:

 

9. CSDDD (o CS3D) - Corporate Sustainability Due Diligence Directive

La CSDDD è una proposta presentata dalla Commissione Europea con lo scopo di regolamentare le responsabilità delle imprese in termini di sostenibilità ambientale, sociale e di governance anche in relazione alle attività relative alle proprie catene di fornitura. Nello specifico la CSDDD si focalizza su una due diligence che attiene agli ambiti dell’ESG, che comprendono tutte le verifiche che le aziende sono chiamate ad effettuare affinché le loro operations, a qualsiasi livello, non provochino danni all’ambiente, ai territori o alle persone. Nello specifico, tra i punti più significativi, la necessità prevista dalla CSDDD di:

  • includere i target legati al raggiungimento degli obiettivi climatici dell’azienda nella politica di remunerazione variabile del management

  • le aziende con più di 1.000 dipendenti devono incaricare un rappresentante tra i membri del consiglio d’amministrazione di esercitare e organizzare controlli sulla due diligence.


La CSDDD si applicherà alle imprese con più di 250 dipendenti e con un fatturato che deve essere superiore a 40.000.000€ in Europa e a 150.000.000€ nel mondo. Questo accordo non è in ogni caso di per sé sufficiente per l’attuazione della direttiva. Esaurita quella fase sarà poi compito degli Stati membri attuare quelle azioni necessarie per implementare i principi della normativa all’interno dei loro ordinamenti nazionali.

 

10. CBAM - Carbon Border Adjustment Mechanism

Il CBAM, in italiano "meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere", è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea il 16 maggio 2023. Tale Regolamento rappresenta un elemento essenziale del Green Deal europeo, in cui si colloca l’insieme di proposte “Fit for 55” che mirano a ridurre, entro il 2030, le emissioni di gas a effetto serra di almeno il 55% rispetto ai livelli del 1990 e di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. Il nuovo tributo ambientale è finalizzato a garantire che gli sforzi di riduzione delle emissioni di gas serra in ambito UE non siano contrastati da un contestuale aumento delle emissioni al di fuori dei suoi confini per le merci prodotte nei Paesi extra UE che vengono importate nell’Unione europea. Il meccanismo CBAM comporta l’applicazione di un prezzo per le emissioni incorporate nei prodotti di alcune tipologie di industrie, paragonabile a quello sostenuto dai produttori dell'UE nell'ambito del vigente sistema di scambio delle quote di emissione (EU ETS).

 

Conclusioni

Se hai intenzione di approfondire questi temi, o anche uno solo, Margotta Consulting può offrirti un Free Audit, o proporti dei corsi ESG brevi ma ad alto impatto, che ti aiuteranno a scegliere l'investimento ESG più adeguato per la tua Azienda.

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